Il bruxismo: cos’è e come trattarlo
Il bruxismo è una parafunzione che consiste nel serramento e/o digrignamento involontario dei denti e può manifestarsi sia da svegli che, più spesso, durante la notte.
Il bruxismo notturno è un disturbo del sonno e le cause possono essere molteplici: ansia e stress, disturbi emotivi, abuso di alcool, malattie neurologiche, ecc.
I sintomi del bruxismo possono includere mal di testa, dolore alla mandibola, dolore all’orecchio, dolore ai denti, affaticamento muscolare, tensione ai muscoli del collo e delle spalle e sensibilità dentale.
E’ un disturbo piuttosto frequente, si stima che ne soffra dal 5 al 20% della popolazione adulta.
Le cause del bruxismo non sono sempre note, soprattutto perché il più delle volte non esiste un’unica causa scatenante ma il disturbo spesso è favorito dalla concomitanza di più fattori. Tra questi, lo stress, il nervosismo e l’ansia ricoprono un ruolo predominante, sia per quanto riguarda il bruxismo diurno che per quello notturno. Anche la componente psicologica può essere considerata fondamentale nella comparsa della patologia; alcuni disturbi emotivi sono causa di ansia e nervosismo e, quindi, favoriscono il digrignamento dei denti.
Anche le apnee ostruttive notturne (OSAS) hanno una correlazione con il bruxismo.
La diagnosi di bruxismo solitamente si effettua valutando i sintomi attraverso alcune domande mirate, effettuando una valutazione dei denti alla ricerca di segni tipici (usure o lesioni dentarie) e, ove necessario, attraverso esami strumentali come l’elettromiografia e la polisonnografia notturna.
Le conseguenze del bruxismo possono essere piuttosto rilevanti in quanto comprendono danni significativi ai denti come usure e lesioni dentali, dolori alla mandibola e all’orecchio, mal di testa, rumori all’articolazione temporomandibolare, difficoltà e limitazione nella masticazione e nell’apertura della bocca.
L’approccio terapeutico nei pazienti con disturbi legati al bruxismo andrà individualizzato dopo accurata visita dello gnatologo, uno specialista che si occupa della diagnosi e del trattamento dei disordini temporomandibolari e ha eseguito un percorso di formazione specifico in questa branca dell’odontoiatria. La gnatologia, infatti, è quella disciplina medica odontoiatrica che si occupa dello studio e della cura delle patologie a carico dell’articolazione temporomandibolare (ATM), dei muscoli masticatori e di tutti gli organi connessi. La terapia del bruxismo può prevedere l’utilizzo di tecniche di autocontrollo e rilassamento, fisioterapia ai muscoli masticatori, utilizzo di specifici bite notturni nonché di tossina botulinica in grado di inibire temporaneamente la contrazione dei muscoli masticatori.
Nei bambini il bruxismo notturno è molto più frequente, interessa circa tre bambini su dieci e presenta un’incidenza maggiore prima dell’età scolare. Nella maggior parte dei casi scompare spontaneamente con la crescita, solitamente al completamento della dentizione permanente. Per ridurre il disturbo, il bambino va aiutato a riposare tranquillamente minimizzando i microrisvegli. Non c’è generalmente indicazione all’utilizzo del bite in età pediatrica. In rarissimi casi selezionati e in presenza di importanti complicanze (usure dentarie su elementi permanenti, dolore/disfunzione muscolare e/o articolari) lo specialista può ritenere necessario l’utilizzo precoce di dispositivi intraorali.